Epifania: giornata missionaria dei ragazzi

Epifania: Giornata Missionaria dei Ragazzi

di don Gigi

Abbiamo sotto gli occhi le difficoltà di tanti bambini nel mondo, coinvolti, loro malgrado, nelle guerre, nelle epidemie, nelle varie forme di povertà materiale, umana, affettiva, spirituale… e nei problemi creati dagli adulti, come ad es. i fondamentalismi religiosi…

Che fare con i nostri bambini di Maccio? Li lasciamo all’oscuro?

Proviamo a coinvolgerli, “bambini per i bambini”: nella preghiera, nella solidarietà, nella condivisione di qualcosa di pratico, utile, istruttivo, gioioso, a partire dalla loro vita quotidiana: che non ci si dimentichi dei bambini di tutto il mondo che ancora non conoscono Gesù e il suo Vangelo.
Non che i nostri lo conoscano già in tutto, ma certamente sono in cammino. Facciamo loro capire quanto sono fortunati a vivere qui imparando a vivere in uno stile di fraternità e apertura!

Coraggio, cari genitori, care famiglie! Coraggio!

“Cuori ardenti, piedi in cammino”…

… era il titolo dello scorso mese missionario e prende spunto dal racconto dei discepoli di Emmaus, nel Vangelo di Luca (cfr 24,13-35).

Diceva il Papa: “Quei due discepoli erano confusi e delusi, ma l’incontro con Cristo nella Parola e nel Pane spezzato accese in loro l’entusiasmo per rimettersi in cammino verso Gerusalemme e annunciare che il Signore era veramente risorto” (dal messaggio per la G. Missionaria Mondiale). Il Vangelo stesso è uno splendido scrigno in cui si custodiscono tanti cuori feriti, spenti o ardenti, che però  Dio ama incontrare, interpellare, riattivare ed accompagnare, ed è proprio da questo spunto che anche noi dobbiamo fare la nostra parte, coinvolgendo, perché no?, i nostri bambini e ragazzi in questa missione!

Dal sito degli Uffizi (Firenze)/Crediti: www.uffizi.it

Viaggio dentro i molteplici significati dell’Epifanìa:

Epifanìa, parola che deriva dal greco ’epì-fanòs’, significa “manifestazione” della divinità”.

E’ una ricorrenza in cui i cristiani celebrano l’apparizione di Gesù al mondo. Infatti, nel giorno dell’epifania i tre Re Magi arrivano a Betlemme e in un umile capanna scoprono il Dio-Bambino con Maria e Giuseppe. Il numero tre è volutamente simbolico in quanto sta ad indicare le tre razze umane discendenti dai tre figli di Noè: Sem (mesopotamici e asiatici), Cam (africani) e Iafet (indoeuropei).

A chi si chiede se i tre sapienti siano veramente esistiti, si ricorda che i magi erano sacerdoti del Medi, antenati degli attuali Curdi: lo afferma l’antico storico greco Eròdoto (V° sec. aC.), assicurandoci che interpretavano i sogni e studiavano gli astri; erano quindi degli scienziati e astronomi dell’epoca. Siccome tre sono i doni portati dai Magi, ciò non significa che fossero necessariamente in tre: il loro numero esatto non è specificato nel vangelo, solo per intuizione si intende semplificare a tre il numero dei Magi, ma potevano essere di più.

Anche i doni portati dai magi hanno un loro particolare significato:

L’ORO, portato da Melchiorre (Melchì in ebraico significa ‘re’), simboleggia l’origine regale del bimbo appena nato, chiamato a diventare Re dell’universo.

L’INCENSO, portato da Gaspare, il più giovane dei Re Magi, veniva offerto agli dèi e ricorda la divinità del Bambino; è una resina ricavata dalla corteccia delle piante della famiglia delle Burseracee, originarie della penisola arabica e dell’Africa nordorientale; chiamato anche “gomma di olibano”, l’incenso possiede una potente carica antinfiammatoria, antiossidante e antimicrobica, le sue qualità lo rendono molto efficace per rilassare mente e corpo.

La MIRRA, portata da Baldassarre, il magio dalla pelle scura, esprime l’umanità di Gesù e il suo sacrificio. E’ una resina anch’essa estratta dal tronco di Burseracea. E’ originaria dalla Somalia ed Etiopia. Il termine “mirra” deriva dalla parola semitica ‘murr’ che significa amaro, ed è una preziosa sostanza dal profumo straordinario, fin dall’antichità era conosciuta ed apprezzata per le sue proprietà antisettiche e antibatteriche, veniva usata allo stato liquido o in polvere, mescolata con olio e bàlsami, soprattutto per le mummificazioni. Per questo indica il sacrificio della morte di Gesù.

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