Messaggio Del Santo Padre Francesco IN OCCASIONE DEL 150° ANNIVERSARIO DELL’ARRIVO DEL QUADRO DELLA VERGINE DEL ROSARIO a Pompei
Al caro Fratello
Mons. Tommaso Caputo
Arcivescovo Prelato di Pompei
Delegato Pontificio per il Santuario della B. Maria V. del S. Rosario
Ho appreso con piacere che la Comunità ecclesiale che è in Pompei si appresta a celebrare con opportune iniziative pastorali un Anno Giubilare, per fare memoria del 150° anniversario dell’arrivo del venerato quadro della Vergine del Rosario. Sono lieto di unirmi spiritualmente a quanti celebreranno la significativa ricorrenza e sosteranno in orante raccoglimento presso il tempio mariano pompeiano, per trovare conforto e speranza nel volto dolcissimo della Madre celeste.
Quando quel dipinto vi giunse, il 13 novembre 1875, solo da pochi anni l’avvocato Bartolo Longo, Fondatore del Santuario, aveva ritrovato la fede, smarrita durante gli anni dei suoi studi universitari. Una voce udita nel profondo dell’animo fu come un lampo nella notte, sottraendolo ad un’aspra lotta, e facendo risuonare con nuova forza nel suo cuore un detto legato alla tradizione devota del Rosario: «Se cerchi salvezza, propaga il Rosario». Quel motto, a lui ben noto, assumeva ora nel suo animo, come spesso accade nelle esperienze mistiche, il senso di una promessa e, in qualche modo, di un mandato.
Da quel momento, infatti, divenne un apostolo del Rosario e, con innumerevoli iniziative e scritti, e soprattutto con i suoi «Quindici Sabati», fu uno dei più grandi interpreti di questa devozione mariana, di cui una lunga serie di interventi dei miei Venerati Predecessori, specie da Leone XIII in poi, ne ha approfondito il significato, fino alla Lettera Apostolica Rosarium Virginis Mariae di San Giovanni Paolo II, che la rilanciò all’alba del terzo millennio indicendo un Anno del Rosario.
È provvidenziale che il giubileo del quadro della Madonna di Pompei coincida con l’imminente Anno Giubilare, incentrato su Gesù nostra speranza, e con il XVII centenario del Concilio di Nicea (325), che al mistero divino-umano di Cristo, nella luce della Trinità, diede particolare risalto. È bello riscoprire il Rosario, in questa prospettiva, per assimilare i misteri della vita del Salvatore, contemplandoli con lo sguardo di Maria. Il Rosario, strumento semplice e alla portata di tutti, può sostenere la rinnovata evangelizzazione a cui oggi è chiamata la Chiesa.
Siamo consapevoli di quanto sia necessario riscoprire la bellezza del Rosario nelle famiglie e nelle case. Questa preghiera è di aiuto nella costruzione della pace ed è importante proporla ai giovani perché la sentano non ripetitiva e monotona, ma un atto di amore che non si stanca mai di effondersi. Il Rosario è, altresì, fonte di consolazione per gli ammalati e i sofferenti, «catena dolce che ci rannoda a Dio», ma anche catena di amore che si fa abbraccio per gli ultimi e gli emarginati, quali furono, agli occhi di Bartolo Longo, soprattutto gli orfani e i figli dei carcerati. Pertanto, incoraggio a proseguire con rinnovato impegno, mediante le molteplici iniziative del Santuario, la grande storia di carità da Lui iniziata: essa è l’eredità spirituale più bella che ha lasciato il Beato Fondatore.
Possa anche oggi, all’umanità bisognosa di ritrovare la via della concordia e della fraternità, parlare ancora il Signore mediante il messaggio della Madonna di Pompei. Auspico che i suoi numerosi devoti sparsi in tutto il mondo aderiscano sempre più fedelmente al Signore, testimoniando vicinanza ai fratelli, specialmente ai più bisognosi.
Con questi voti, nel ricordare con gratitudine le manifestazioni di fede vissute in codesta oasi mariana il 21 marzo 2015 in occasione del mio pellegrinaggio, invoco ogni grazia per la terra campana, in modo speciale per quanti sperimentano situazioni di disagio, mentre di cuore invio la mia Benedizione a Lei, caro Fratello, e a quanti prenderanno parte alle manifestazioni evocative.