12/11/2023 Foglietto della Santa Messa e avvisi

XXXII Domenica del Tempo Ordinario

DOMENICA 12 novembre 2023

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Ucraina

Domenica scorsa in parrocchia si è parlato della piccola comunità di Zolochiv (Ucraina). Ecco il testo tratto dal “diario” dei nostri volontari:

“Ieri mattina a Zolochiv, un piccolo paesino rurale a 8 km dal confine russo, abbiamo incontrato per la seconda volta una piccola comunità greco cattolica. Nata da poco più di un anno, poche famiglie riunite attorno a Olena, un medico pediatra catechista; dal mese di luglio, un sacerdote, p.Mykola, arriva da Poltava (140 km) per celebrare la Messa domenicale. I numeri sono modesti, 7-8 famiglie e tanti bambini, con un grande desiderio di condividere la vita e la propria fede, in un luogo di incontro e di riferimento. Un locale (15/20mq) dentro un piccolo edificio da poco “ristrutturato” è stato adibito a cappella e il secondo piccolo locale a spazio comune per catechismo, oratorio… È una realtà vivace e gioiosa, guardata con sorpresa e attenzione dagli altri abitanti di Zolochiv, un piccolo albero che sta crescendo pur in assenza di risorse…”

Padre Igor, dall’Ucraina, ha parlato di Maccio ad Olena, che ha risposto con questo messaggio per noi:

“Gloria a Gesù Cristo! I fedeli della Parrocchia dell’Annunciazione della Beata Vergine di Zolochiv ringraziano i benefattori provenienti dall’Italia, che già per la seconda volta ci visitano e ci sostengono. Siamo molto toccati dalla gentilezza e dal sacrificio che vediamo e sentiamo dai nostri amici italiani. Questo è un esempio di vera imitazione di Cristo, che amava aiutare, si sacrificava per le persone. “Abbiamo sperimentato l’amore di nostro Signore e ora vogliamo condividerlo con tutti coloro che ne hanno bisogno”, dice Luca. E le sue parole sono confermate dalle azioni di bontà e misericordia. Preghiamo insieme per la pace e per i vostri cuori”.

Diario Ucraina

La 23 esima missione di Frontiere di Pace a Kharhiv si è conclusa con il rientro dei nostri due volontari Luca e Marco. Ecco alcune loro riflessioni:

Ieri mi chiedevo quali fossero tutte le differenze sostanziali tra il vivere qui rispetto “a casa”. Pensavo che la costante condizione di poter essere colpiti (se stessi e i propri cari) i dai bombardamenti ogni giorno, ad ogni ora, è nettamente percepibile nei discorsi di tutti, ad ogni ora. Per quanto ho colto, mi parso che questo porti a vivere con molto realismo e intensità, ogni cosa. L’ oggi, il momento,  sono più importanti del futuro…incerto e che non dipende da noi… questo potremmo dire che vale per tutti, come possibilità ma quando si parla di citta e villaggi sotto i bombardamenti ad ogni ora, tutti i giorni, da 20 mesi, la differenza tra le nostre e le loro probabilità cambiano nettamente e la fine di questa sofferenza non ci è ancora data di sapere.

Guardare quei volti che ricevevano gli aiuti che abbiamo raccolto, che sono stati donati da persone sconosciute a migliaia di km, …vedere persone normali, esattamente come quelle che incontreremmo per strada fuori casa nostra, vederle ringraziarci commosse per un pacchetto di pasta o poco più, dentro un sacchetto destinato a loro e ai loro figli, fa guardare diversamente le cose anche a me e spero che questo sguardo mi resti. Quei volti pare che mi dicano: “quando sei felice, facci caso…”

A Zavody, un piccolo villaggio di circa 500 abitanti, abbiamo potuto vedere di persona la disperazione di coloro che attualmente lo popolano, che sono solo circa 50. Zavody, villaggio senza alcun interesse strategico, è stato occupato da aprile 2022 e liberato nel settembre dello stesso anno. Il villaggio si trovava sulla linea del fronte e per ben nove volte è stato conteso tra i soldati russi e ucraini.
I continui bombardamenti hanno causato la morte di diverse persone.
Dell’intero paese, solo una ventina di case sono ancora utilizzabili, le altre sono state distrutte da mortai e razzi russi o incendiate. Gli animali delle piccole fattorie, come mucche, maiali, pecore e galline, sono stati uccisi o fatti fuggire dagli occupanti. I campi non possono essere coltivati perché sono stati minati dai russi.

La presenza di campi incolti ha portato a una proliferazione di topi. Le persone si arrangiano come possono per sopravvivere. Un contadino ci ha mostrato come abbia protetto il poco grano raccolto mettendolo nei contenitori che un tempo contenevano i grandi proiettili di mortai e razzi sparati dai russi. Solo dallo scorso mese sono stati collegati alla rete elettrica. Sono grati per la nostra visita e molti si sono commossi fino alle lacrime. Si sentono meno soli e dimenticati ora, e ci hanno pregato di non scordarli e di tornare.

Ieri mattina a Zolochiv, un piccolo paesino rurale a 8 km dal confine russo, abbiamo incontrato per la seconda volta una piccola comunità greco cattolica. Nata da poco più di un anno, poche famiglie riunite attorno a Olena, un medico pediatra catechista;  dal mese di luglio, un sacerdote, Padre Mykola, arriva da Poltava (140 km)per celebrare la Messa domenicale.
I numeri sono modesti, 7-8 famiglie e tanti bambini, con un grande desiderio di condividere la vita e la propria fede, in un luogo di incontro e di riferimento.
Un locale (15/20mq) dentro un piccolo edificio da poco “ristrutturato” è stato adibito a cappella e il secondo piccolo locale a spazio comune per catechismo, oratorio, ….
È una realtà vivace e gioiosa, guardata con sorpresa e attenzione dagli altri abitanti di Zolochiv, un piccolo albero che sta crescendo pur in assenza di risorse…
D’accordo con Padre Ihor, abbiamo lasciato 200 euro.

Suona anche in questo momento la sirena, per ricordare che ci sono dei missili e dei bombardamenti in atto sulla zona, quindi occorre andare nei rifugi fino a quando sin riterrà che saranno terminati.
Stamattina alle 7.00 abbiamo visitato la chiesa di san Demetrio in kharkiv,  dove raccolgono cibo per i villaggi attaccati e devastati dai russi, poi liberati dove la gente prova a tornare, ma è difficile ripartire nella fatica della poverta che fino a prima dell invasione era sostenibile per come erano riusciti a organizzarsi (cibo, casa, lavoro, auto, ecc) ma quando le case sono state colpite duramente, dei familiari sono stati arrestati, uccisi o richiesti al fronte, in tanti da soli non ce la fanno… ci sono anche donne che portano il cibo si militari arrivando fino al fronte, portano dri vestiti usati per potersi cambiare dopo lunghe settimane in trincea, altre che realizzano delle candele per scaldarsi (scatolette di latta per cibo, che invece di essere buttate vengono ordinatamente riempite di cera e di spago). Poi ci si siamo spostati verso il confine russo dove abbiamo incontrato una piccolissima comunità con molti bambini,  poi quella di Tsupivka.
Qui il confine russo è davvero vicino, e per arrivarci abbiamo dovuto chiedere l’autorizzazione all ultimo block post, per passare oltre e dopo una serie di verifiche fatte in uffici altrove, siamo passati. Entrati in questo villaggio ogni casa era stata duramente colpita, il lavoro di una o più vite,  buttato, comevla speranza di lasciare qualcosa ai propri figli. Un tempo gli abitanti erano 1.000, ora non arriviano a 100. Ecco, ci stavano aspettando sulla strada sterrata che attraversa il paese, davanti alla chiesa. Una chiesa colpita da una “racheta” , come chiamano qui i missili.
I russi hanno invitato una coppia, che si è trasferita là in mezzo a loro, circa 6 mesi prima dell invasione, senza legare con nessuno, ma raccogliendo informazioni su tutti e quando i carrarmati sono arrivati,  sapevano gia tutto di tutti.
I cellulari sono stati requisiti per chi diceva di non averlo, gli interrogatori con minacce e percosse, passavano ai suoi parenti piu stretti, interrogando anche i vicini e scansionando la memoria interna. Chi semplicemente non collaborava, oppure, aveva un parente arruolato, era arrestato. La scuola, il market, il parchetto giochi, ecc, tutto è stato colpito… con duri combattimenti sono stati liberati, passando mesi in cantina, con i russi sopra: da marzo a ottobre. Persone che erano benestanti,  nel loro ambito, si sono ritrovati con figli e genitori, senza nulla, dovendo chiedere tutto. Abbiamo dato cibo, abiti caldi, coperte invernali,  medicinali,  fiammiferi,… il gas e tornato dopo 2 mesi e la corrente manca ancora… ora sono stanco e mi si chiudono gli occhi, finirò domani.

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