Alcuni giovani suggeriscono il Giubileo
Cosa potrebbe fare la Chiesa per rendere il Giubileo più vicino e accessibile ai ragazzi della tua età?
«Spesso – risponde Arianna – il Giubileo è visto come qualcosa solo per i fedeli più convinti. Sarebbe importante abbattere i pregiudizi e coinvolgere i giovani con attività ben organizzate, che mostrino il valore culturale e umano di questo evento». Margherita suggerisce l’uso dei social: «È essenziale catturare l’attenzione dei giovani con video e contenuti online, oltre a proporre incontri in parrocchia e gesti concreti di carità». Anche Chiara insiste sull’importanza di una comunicazione più diretta: «Ci vorrebbe un canale che ci faccia toccare con mano il Giubileo. Gli incontri a livello diocesano potrebbero essere un buon punto di partenza, soprattutto per i ragazzi che non sono legati a una determinata parrocchia, ma vorrebbero comunque essere coinvolti in un cammino di fede o in generale conoscere occasioni come il Giubileo».
Se dovessi descrivere il Giubileo in una parola, quale utilizzeresti?
«Speranza – risponde Chiara – non solo perché è la tematica di quest’anno, ma anche perché il Giubileo può essere un periodo di rinnovata fiducia, un segno che ci aiuta a guardare al futuro con ottimismo e serenità». «Occasione – prosegue Arianna -, e quindi opportunità di crescita, riflessione e sviluppo personale». Margherita conclude: «Grazia, in quanto si tratta di un dono, un momento speciale che ci tocca nel profondo e ci fa sentire più vicini alla nostra fede, all’altro e a noi stessi».
“ARTIGIANI DI PACE“
«Sono queste le storie di bene – precisa Rossano Breda – che vorremmo fossero raccontate durante il Giubileo, perché non basta dire “non faccio la guerra”, ma dobbiamo impegnarci attivamente per costruire la pace, anche denunciando ingiustizie, disuguaglianze e violenze».