La Trinità Santissima è mistero di Misericordia

Il logo scelto per identificare le diverse attività del nuovo santuario intitolato alla Santissima Trinità Misericordia esprime, con una semplice immagine, la profondità del mistero a cui fa riferimento.

IL TRIANGOLO AZZURRO

Il triangolo azzurro che fa da sfondo
Si tratta di uno dei simboli classici della Trinità: il triangolo equilatero vuole rappresentare le Tre Persone uguali e distinte, il Padre, il Figlio, lo Spirito Santo. In questo caso le linee non sono rette, ma leggermente arcuate, quasi ad esprimere l’armonia infinita e la “tenerezza” di relazione tra le Tre Persone.
L’azzurro è il colore del cielo, del nostro tempo storico che viene “squarciato” dall’irrompere della luce eterna (vedi il grido profetico di Isaia: “Se tu squarciassi i cieli e scendessi!” – Is 63,19). Come scrive l’apostolo Giovanni: “Dio è luce e in lui non c’è tenebra alcuna” (1Gv 1,5); ma questa luce

non è rimasta nascosta, è entrata nel nostro tempo: “Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. […] E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità” (Gv 1,9.14). Nel grembo immacolato di Maria l’eterno ha preso un volto, l’Invisibile si è fatto visibile (cfr. 1Gv 1,1-3).
Questo triangolo ha anche la forma di una mitra episcopale. La porta della Trinità Misericordia è solo la Chiesa. Il Signore irrompe nel tempo al di là del tempo, ma oggi rimane nel tempo attraverso la Chiesa. Quella mitra dice ancora una volta che il Signore ha bisogno della creatura, di quella Chiesa che è scaturita dal suo amore.

LA SCRITTA BLU

La scritta blu “Santissima Trinità Misericordia”
che accompagna il triangolo, identifica senza lasciare dubbi il soggetto a cui ci si riferisce: si tratta del mistero di Dio, così come lo ha rivelato Gesù (vedi in modo particolare il vangelo di s. Giovanni).
Occorre notare che non si tratta della Santissima Trinità “misericordiosa” (come aggettivo: indicherebbe così un modo di agire di Dio) e neppure solo della “Divina Misericordia” (l’amore di Dio). Misericordia non è solo un aggettivo: è il Nome.
Quando parliamo di “Padre, Figlio e Spirito Santo”, cioè quando parliamo della Santissima Trinità, noi affermiamo che essa ha un Nome preciso, e questo è appunto “Misericordia”.
Il Dio-Amore (1Gv 4,8) che ha creato il mondo in un gesto di Carità infinita, manifesta la sua essenza nel “chinarsi” sull’uomo peccatore: questa è la “Misericordia”, cioè l’essere stesso di Dio rivelato in Cristo (e non solo una generica “benevolenza” verso noi poveri uomini, fragili e lontani da Lui).

LA CROCE

La croce al centro del disegno indica chiaramente il Signore Gesù, che nella sua Pasqua ha rivelato il volto della Trinità. San Paolo afferma: “Io ritenni di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e Cristo crocifisso” (1Cor 2,2). È il Crocifisso-Risorto dai morti, che ci svela il mistero della  Misericordia, il mistero di Dio. Parlando di Gesù in croce, san Giovanni scrive che “volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto” (Gv 19,37) e Gesù stesso aveva detto: “Io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me” (Gv 12,32).
Solo a partire dalla concreta umanità di Cristo, obbediente e offerente, possiamo “entrare” nella vita dell’Eterno.

IL CUORE ROSSO

La Croce è avvolta da un Cuore rosso, simbolo dello Spirito Santo, che dal dono del Crocifisso viene effuso: “Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse:
“E’ compiuto!”. E, chinato il capo, consegnò lo spirito”, scrive san Giovanni di Gesù che muore (Gv 19,30). Dal dono del Figlio, che si consegna nell’amore del Padre e per il bene dell’umanità, scaturisce la fonte nuova della salvezza, la vita stessa della Trinità, che è lo Spirito. Per questo il credente riceve lo Spirito, per essere nuova creatura: “Se qualcuno ha sete, venga a me, e beva chi crede in me. Come dice la Scrittura: Dal suo grembo sgorgheranno fiumi di acqua viva. Questo egli disse dello Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in lui.” (Gv 7,37-38).
Il cuore è un simbolo dell’amore ed è generalmente attribuito a Gesù (vedi la spiritualità del Sacro Cuore); Gesù stesso ha detto: “Imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita” (Mt 11,29).
Ma il vero “cuore” di Gesù è lo Spirito, cioè l’Amore eterno che lega il Padre al Figlio nella reciproca donazione, per il bene e la salvezza del mondo intero.

L’EUCARISTIA

Al centro della Croce c’è l’Eucaristia, nel simbolo tradizionale “JHS” (“Jesus Hominum Salvator”: Gesù Salvatore degli uomini). Dove oggi, in modo tutto particolare, possiamo incontrare il mistero della Santissima Trinità Misericordia? Proprio nell’Eucaristia, lì dove il Padre continua a donare il Figlio, e il Figlio risponde al Padre donandosi a Lui per mezzo dello Spirito, perché tutti abbiano la vita nuova ed eterna.
Nel discorso a Cafarnao Gesù dice: “Sono disceso dal cielo […] per fare la volontà di colui che mi ha mandato […] che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna […] Questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo. […] Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. […] Chi mangia questo pane vivrà in eterno” (Gv 6,26-58).
L’Eucaristia nasce dentro all’esperienza di fede della Chiesa, comunità redenta da Cristo.
“La Chiesa fa (celebra) l’Eucaristia”, attraverso il ministero dei sacerdoti, dono unico e insostituibile della Misericordia; essi obbediscono al comando di Gesù: “fate questo in memoria di me” (Lc 22,19), perché “l’Eucaristia fa (edifica) la Chiesa”, cioè la plasma, la fa vivere come suo Corpo, come Sposa amata (cfr. Ef, 5,29-32).

IL COLORE AZZURRO

Il colore azzurro del triangolo richiama ancora un altro significato simbolico, perché è il colore tradizionalmente attributo alla Vergine Immacolata.
Maria è dono della Santissima Trinità Misericordia perché, nel suo essere Immacolata, ci mostra quale fosse fin dall’eternità il progetto di Dio sull’uomo. Scrive san Paolo: “Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità” (Ef 1,3-4).
Inoltre, nella sua Assunzione gloriosa, Maria ci mostra il destino al quale siamo chiamati in Cristo. “In lui (Cristo) siamo stati fatti anche eredi, predestinati – secondo il progetto di colui che tutto opera secondo la sua volontà – a essere lode della sua gloria” (Ef 1,11). Maria dunque, figlia del Padre, madre del Figlio, sposa dello Spirito, tempio della Trinità, porta della Misericordia, accompagna il credente nel suo cammino di santificazione trinitaria.

CONCLUSIONE

Il libro dell’Apocalisse, nell’ultimo capitolo dell’intera Bibbia, scrive: “Mi mostrò un fiume di acqua viva, limpido come cristallo, che scaturiva dal trono di Dio e dell’Agnello” (Ap 22,1). Nell’immagine del trono su cui sta assiso Dio e l’Agnello (Cristo crocifisso e risorto) e da cui scaturisce l’acqua della salvezza (che fa crescere “un albero di vita che dà frutti dodici volte all’anno, portando frutti ogni mese; le foglie dell’albero servono a guarire le nazioni” – Ap 22,2) san Giovanni indica la vita stessa della Trinità.
A questo fiume di grazia, che è la Santissima Trinità Misericordia infinita, affidiamo dunque tutta la nostra vita, da Lei scaturita e verso di Lei diretta.

libretto_2011_santuario_trinita_misericordia

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